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La produzione nucleare di elettricità in Italia è stata bruscamente interrotta nel 1987 a seguito dei referendum che, di fatto, ne hanno impedito l’ulteriore sviluppo. Ciò ha grandemente influenzato le successive evoluzioni del settore elettrico italiano, in particolare del suo mix generativo, accentuando la già forte dipendenza del nostro Paese da combustibili fossili importati dall’estero. Inoltre, l’interruzione della produzione elettronucleare ha bloccato la ricerca e le attività di alta formazione e ha ridimensionato l’industria nazionale del nucleare provocando la perdita di una parte importante del know how. Significativi, infine sono stati gli impatti economici, ambientali e sociali.
L’andamento isterico dei prezzi dei comustibili negli ultimi anni, con picchi del petrolio dell’agosto 2008, ha imposto un ripensamento nelle scelte di politica energetica, riaprendo il dibattito politico e pubblico circa la convenienza di un ritorno al nucleare.
In questo contesto si inquadra lo studio “I costi del mancato sviluppo del nucleare in Italia”; esso si pone l’obiettivo di individuare e, ove possibile, quantificare gli impatti economici, ambientali e sociali determinati dalla rinuncia al nucleare. Lo studio muove dall’assunto che la valutazione critica delle esperienze passate costituisce un importante elemento per fare scelte adeguate per il futuro
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- - Prefazione di Adriano De Maio
- - Introduzione
PARTE A – L’ANALISI DEL CONTESTO
- - Il settore energetico in Italia. Le dinamiche dagli anni ’80 ad oggi
- - La storia del nucleare in Italia
PARTE B – I COSTI DEL MANCATO SVILUPPO DEL NUCLEARE
- - Definizione degli scenari
- - L’Analisi Costi Benefici
- - Gli impatti del mancato sviluppo del nucleare in Italia
- - Appendice
- - Bibliografia
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